Il tartufo, bianco o nero che sia, ha un costo sempre elevato e sarebbe un vero peccato non conservarlo nel modo corretto.
Sebbene questa tipologia di fungo si sviluppi in ambienti umidi, dopo la raccolta diventa particolarmente sensibile all’umidità e deperisce rapidamente.
Comprendere come conservare il tartufo nel modo migliore prima di acquistarne uno è fondamentale per evitare di sciupare un prodotto così prezioso.
Vediamo assieme la giusta metodologia di conservazione del tartufo fresco, per poterlo così gustare con le sue caratteristiche organolettiche inalterate, dall’inizio fino all’ultimo grammo.
Come conservare il tartufo in frigorifero
Conservare il tartufo bianco e quello nero in frigorifero è il metodo più facile per preservare il più a lungo possibile tutte le caratteristiche organolettiche di questo prodotto così prezioso.
Avvolgete il tartufo nella carta assorbente da cucina pulita o, in alternativa, in un panno di cotone dopo aver eliminato i residui più grossolani di terriccio, ma senza lavarlo.
Riponete il tartufo così avvolto all’interno di un recipiente in vetro o in materiale plastico dotato di chiusura ermetica. A questo punto posizionate il contenitore nella parte meno fredda del frigorifero.
Controllate ogni giorno che la carta sia completamente asciutta, altrimenti sostituitela con un nuovo foglio.
Se avete intenzione di cucinare delle deliziose uova al tartufo, mettete all’interno del contenitore dotato di coperchio anche un uovo o due: il profumo del tartufo penetrerà nell’albume attraverso il guscio poroso e darà un sapore eccezionale alle uova.
Il tartufo in frigorifero può durare massimo 4-5 giorni se bianco, fino a 10 se nero.
Dobbiamo precisare che il tartufo, un po’ alla stregua di tutti gli altri prodotti freschi, sarebbe preferibile consumarlo al momento per assaporare appieno tutta il suo aroma.
Le sostanze più volatili si perdono totalmente a distanza di due giorni dalla raccolta e quindi, prima lo mangiate, più ricco di sapore sarà.
Si può congelare il tartufo?

Il tartufo si può congelare, ma è inevitabile che perda gran parte del suo aroma. Per tale ragione non è consigliabile conservare questo prodotto a basse temperature.
Se proprio non se ne può fare a meno, pulitelo accuratamente senza lavarlo e poi mettetelo all’interno di una busta di plastica per alimenti.
Per evitare che il suo aroma si disperda troppo, utilizzate un sacchetto di proporzioni adeguate che non sia troppo grande.
Meglio ancora sarebbe congelarlo sottovuoto così, grazie alla sigillatura della busta e alla mancanza di aria attorno al tartufo, riuscirete a ottenere comunque un tartufo abbastanza profumato quando lo dovrete adoperare.
Sistemate delicatamente il tartufo nel freezer evitando di incastrarlo fra un piano e l’altro per non rovinarlo ulteriormente.
Vi ricordiamo che il tartufo bianco è molto delicato e si degrada più rapidamente alle temperature molto basse; quindi se può essere passabile il congelamento di quello nero, lo è un po’ meno per il tartufo bianco.
Conservare i tartufi nel freezer è un po’ l’ultima spiaggia, ovvero da fare solo quando non ci sono altre possibilità e il prodotto rischia seriamente di essere sprecato andando a male.
Conservazione del tartufo facendo una salsa
Se avete un tartufo in casa da qualche giorno e avete la necessità di conservarlo ancora un po’ è meglio non riporlo così com’è nel frigorifero, ma adoperarlo per realizzare una golosa salsa.
Anche la salsa naturalmente avrà poi una sua durata, non infinita ma comunque potrete mantenerla a basse temperatura anche per qualche settimana.
Vediamo assieme come preparare la salsa al tartufo bianco e quella al tartufo nero.

Per conservare il tartufo fresco bianco sotto forma di una golosa salsa bisogna prestare particolare attenzione alle temperature troppo alte o troppo basse per non rovinarlo.
Preparate un soffritto di cipolla e poi appena si sarà appassita nell’olio extravergine d’oliva, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco secco.
Appena sarà evaporato unite del formaggio tagliato a cubetti, abbassando la fiamma al minimo. Spegnete il fornello e poi insaporite con il sale, noci tritate, pepe e il tartufo bianco a scaglie sottili.
Mescolate e poi versate la salsa al tartufo bianco in un barattolo dotato di chiusura ermetica. Versateci sopra un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva e riponete nel piano meno freddo del frigorifero.
Per quanto riguarda la salsa al tartufo nero, è più resistente al calore ed è possibile preparare una crema a caldo molto diversa.
Versate una noce di burro in una padella e fatela sciogliere, incorporate un cucchiaio di farina e fate tostare il roux che si formerà. Diluite con un mestolo di brodo vegetale ben caldo e poi aggiungete un’altra noce di burro.
Senza spegnere la fiamma, grattugiate nella padella contenente tutti gli ingredienti il tartufo nero e aggiustate di sale secondo i vostri gusti. Diluite poi con mezzo bicchiere di un vino liquoroso. Mescolate e togliete dal fuoco.
Lasciate raffreddare la salsa al tartufo nero e poi versatela in un recipiente in vetro dotato di coperchio. La salsa così preparata deve essere mantenuta in frigorifero.
Tartufo sott’olio o nel riso? Meglio evitare

Non sono molti altri i modi di conservare un po’ più a lungo della sua naturale durata il tartufo, oltre a quelle che vi abbiamo proposto fino al momento con tutti i pro e i contro del caso.
Alcune metodologie di conservazione che spesso vengono usate da molte persone sono però rischiose e non decelerano affatto il loro processo di degradazione.
Conservare il tartufo all’interno di un barattolo pieno di riso è un buon metodo per contrastare l’umidità, ma è altrettanto vero che i chicchi asciutti inaridiscono completamente il tartufo alterando per sempre la consistenza dei suoi tessuti.
Anche la conservazione sott’olio viene effettuata da molti, ma se è vero che la materia grassa rallenta l’invecchiamento del tartufo, è vero anche che l’olio a contatto con questo prodotto delicato irrancidisce e dona all’alimento un gusto tutt’altro che piacevole.
Insomma, la conservazione sottolio non è salutare e finisce per alterare definitivamente le caratteristiche organolettiche del tartufo.